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La prima volta che ho conosciuto Don Elvino Ortolan è stato attraverso una registrazione digitale divulgativa della missione che ho consultato prima recarmi a Sirima. In quella comunicazione il primo “bisogno” indicato per la comunità, come se fosse il più urgente e grave, era quello dell’aggregazione-integrazione tre le diverse etnie residenti, i Kikuyu, i Turkana e i Masaai, popolazioni storicamente nomadi ora invece “costretti” ad una vita stanziale e socialmente condivisa.

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Nel progetto dell’altare ho pensato ad una stratificazione orizzontale di elementi marmorei colorati, costituenti l’Ara del Sacrificio, con precise caratteristiche, quali la varietà del colore, lo stesso spessore ed eguali dimensioni, per significare l’originalità nella diversità, l’eguaglianza nell’apparente separazione, e in quell’insieme stratificato un’idea di unicità capace di “sostenere” la Mensa del convito Pasquale realizzata infine con una pietra bianca di diverso spessore. L’elemento stratificato\colorato infine conterrà al centro la “sufuria” che nella tradizione locale richiama il “pasto” condiviso.