La Proclamazione della Parola vede coinvolti molti laici, e spesso è celebrata da soli laici; una esperienza la loro oramai matura e consolidata che vede la popolazione locale fortemente responsabilizzata e partecipativa alla vita religiosa; le necessità logistiche relative alle distanze, le molte chiese, quattordici per la precisione, nonché l’assenza di sacerdoti hanno contribuito a far crescere una liturgia della Parola avente un preminente ruolo liturgico per le comunità locali, interpretato peraltro da almeno cinque persone con un rituale virtuoso e coinvolgente: in questa azione liturgica noto una forte coerenza conciliare da noi stranamente difficile da realizzare.






Il luogo della Parola quindi è molto ampio, non solo per la normale accessibilità del celebrante o dei concelebranti ma anche per la presenza dei laici abituati ad uno spazio “dedicato”; l’ambone è in legno e marmo con una una forma “rivolta” verso l’aula com’è consuetudine per questo segno Cristologico; dal punto di vista iconografico sono previste quattro formelle in bronzo indicanti i quattro Evangelisti: Matteo (uomo), Marco (leone), Luca (bue), Giovanni (aquila)




